Con Facebook è ritornato il ’77
di Beppe Sebaste
Il Venerdì di Repubblica
3 febbraio 2012
…Ed eccoci così a un periodo più vicino e più lontano, perché massacrato dai media e dai cliché: il biennio 1976-1978, di cui un libro appena uscito offre un’impagabile panoramica: I ragazzi del ’77 (edizioni Baskerville/ Sonic Press, pp. 544 pagine, foto 1272, euro 45). Un libropiazza, reale e virtuale insieme. L’autore, Enrico Scuro, è fotografo, ma è a partire da una foto pubblicata su Facebook (piazza VIII agosto a Bologna, gremita durante il convegno sulla «repressione» del settembre ’77, a uno spettacolo di Dario Fo) che è nato il gioco collettivo del riconoscersi e del «taggarsi». Tantissime persone a distanza di anni hanno riaperto così i loro album e i loro archivi, in un’operazione poetico-documentaria del tutto in linea con le tendenze dell’arte contemporanea.
Ne è nato un archivio storico- terapeutico, un «rammendo della memoria», come ha scritto la coautrice Marzia Bisognin. Memoria costellata, oltre che di scoppi di gioia e di creatività, idee e passioni di vita, anche di lutti, violenza, tragedie, ma in cui il gioco e l’innocenza superano di gran lunga l’idea di «anni di piombo», come sciaguratamente sono ancora esclusivamente definiti quegli anni (il piombo era semmai quello della banda della Magliana).
I volti del ’77, a Bologna e non solo, appartengono a chi rivendica di essere appartenuto a una fetta di popolazione che non si è piegata all’ovvietà. E che viene spontaneo confrontare con quelli di Occupy WS e altri movimenti di oggi.
I ragazzi del ’77
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