I Ragazzi del 77
di Giuliana Scardino
L’Alambicco
febbraio 2012
Viaggio nel movimento giovanile del ’77 a Bologna, attraverso le foto e i commenti postati su facebook, da cui è nato un volume a cura di Enrico Scuro.
Più di 500 pagine, 1277 fotografie, 671 le persone che hanno contribuito a dare vita a I ragazzi del ’77. Una storia condivisa su facebook. Non è un semplicemente un libro fotografico, sembra quasi di sfogliare un album personale avvicendato con le pagine di un diario. La particolarità di questo libro è nella sua origine. Alla fine del 2010 il fotografo bolognese Enrico Scuro pubblica su Facebook un album di fotografie intitolato I ragazzi del ’77 che viene reso accessibile e taggabile da tutti gli utenti del social network.
Nel giro di poco tempo cominciano ad aggiungersi le immagini inviate da tanti, scatti conservati nei cassetti e nei libri dell’università, e tantissimi sono i commenti alle foto. Un tale numero da dar vita allo spaccato cli un periodo storico e di una generazione e all’idea di racchiudere il tutto in un libro. L’album di una generazione particolare.
Il 1977 è l’anno delle grandi contestazioni dopo i fermenti sessantottini, e segna l’inizio della fase più difficile degli anni di piombo. Tallii gli scontri tra i gruppi più estremisti degli opposti schieramenti politici. Un anno culminato con la drammatica uccisione di un carabiniere dello studente, militante di Lotta Continua, Francesco Lorusso a Bologna e con l’invio dei mezzi blindati dell’allora ministro degli Interni Kossiga. Eppure a Bologna, il movimento studentesco cerca di ricorre alla fantasia e alla creatività, all’ ironia piuttosto che alla violenza, propone nuove forme di dibattito culturale, di sperimentazione artistica, tante le pubblicazioni. Ed è questo che emerge sfogliando il libro.
Si ripercorre la rivoluzione delle radio libere, che a Bologna ebbe la sua massima espressione in Radio Alice. Scorrono momenti pubblici e piccole storie private di chi si incontrava tutti i giorni all’università, nelle case, nei cortei. Ci sono capitoli dedicati ai grandi raduni musicali (Umbria Jazz, Parco Lambro a Milano, Ravenna), ai viaggi, ai figli. E, tra i tanti, anche i ricordi del nostro concittadino Luciano Foresta, dei giorni difficili dopo l ‘uccisione di Lorusso e del suo incontro col disegnatore Andrea Pazienza. ..
“Nessuno di noi pensa che la sua vita sia finita”. Il libro si chiude con queste parole sgombrando il campo da eccessive nostalgie. ma con la consapevolezza di aver suscitato emozioni in chi, dopo tanti anni, grazie alla piazza virtuale di facebook prima e alle pagine del libro poi, ha ritrovato un pezzo di sé e di altri. E per le nuove generazioni è un’opportunità in più di accostarsi ad alcune pagine della nostra storia forse passate velocemente nel dimenticatoio.
I ragazzi del ’77
UNA STORIA CONDIVISA SU FACEBOOK