
Enrico Scuro | No al progetto. Bologna, 16 febbraio-3 marzo 1977
s.t. edizioni, Roma 2025
Legatura con punti metallici, cm. 18,5 x 25,5, pagine 56
A cura e testo di Matteo Di Castro
Fotografie di Enrico Scuro
Progetto grafico di Michela Zedda
Stampa: Istantanea, Roma
Prima edizione digitale: 77 copie
Concepito come una fanzine, curato da Matteo Di Castro, stampato in 77 copie, questo album raccoglie gli scatti prodotti in poco più di due settimane e in particolare le immagini in cui Scuro si rispecchia nei segni più creativi, performativi, di quella esperienza: graffiti, pitture murali e sui volti, maschere e travestimenti.
No al progetto paranoico di colpevolizzazione dell’intelligenza desiderante. Così suona una delle scritte sui muri fotografate da Enrico Scuro nel 1977, durante l’occupazione del DAMS, ii Dipartimento di Arte Musica Spettacolo dell’Università di Bologna.

Scuro ha venticinque anni, da qualche tempo ha iniziato a proporre ea pubblicare le sue immagini (in particolare sul mensile «Linus»), ma e anche uno studente, proprio al DAMS, partecipe della vita quotidiana del Movimento.
Proprio questa condizione di artista-insider, di attivista-testimone, gli ha consentito di raccontare con continuità e passione, rigore e leggerezza, ii Settantasette a Bologna.
II suo lavoro ci ha lasciato un archivio visivo davvero unico, che ii fotografo ha digitalizzato e reso accessibile sul proprio sito internet enricoscuro.it, suddividendo ii materiale in gallerie di immagini con un ordinamento cronologico e tematico.
lo ho sempre trovato particolarmente interessante la galleria denominata Scritte al Dams occupato ed e proprio attorno a questo “servizio”, realizzato ii 16 febbraio, che ho pensato valesse la pena comporre un piccolo album.
Quello stesso giorno, negli stessi ambienti, Scuro documenta la creazione della maschera del Drago, con cui gli studenti (prendendo spunto anche dagli insegnamenti di Giuliano Scabia sul teatro popolare) hanno pensato di sfilare la domenica di Carnevale per aggirare l’annunciato divieto di manifestare in citta. Dopo la festa notturna del 19 febbraio, ii giorno seguente ii fotografo partecipa alla preparazione dei travestimenti personali: c’è anche la sua tra le facce dipinte e ritratte (alcune con pellicola a colori) per ii corteo di Carnevale.
II 20 febbraio, dunque, ii Movimento sfila in strada con ii fantoccio del Drago cinese e le maschere degli lndiani metropolitani. Scuro naturalmente en, col suo travestimento e la sua macchina fotografica. Nel nostro album troviamo solo tre immagini di quel corteo, mentre due sono le fotografie dedicate all’assemblea del 3 marzo in cui studenti e docenti del DAMS discutono se proseguire o meno l’occupazione. Lo studente-fotografo si sofferma su chi prende la parola, ma non perde ii fuoco sulle parole e sui disegni tracciati a muro.
Ma cosa c’è dunque di tanto interessante in questi muri scritti? In primo luogo, naturalmente i contenuti, i testi stessi, in vario modo graffianti o stralunati, ellittici o perentori, ingenui o minacciosi. Interessanti per ii richiamo esplicito ai fatti e ai personaggi dell’epoca (da Enrico Berlinguer a Umberto Eco), ai proclami e allo spirito del Movimento (Decreto lo stato di felicita permanente), alla sua vena autoironica (Una generazione che dorme 3 ore per notte e una generazione che si estingue in fretta) e anche profetica: Lavoro zero e reddito intero I tutta la produzione all’automazione.
Altrettanto significative mi paiono sia le invenzioni grafiche di writing, sia i disegni e le pitture murali vere e proprie. Dietro alcuni di questi lavori prodotti dagli studenti-occupanti del DAMS c’è forse la mano dei giovani maestri (Andrea Pazienza, Lorenzo Mattotti) che vivevano a Bologna in quegli anni. E qualche murale e stato infatti preservato nei locali dell’attuale Biblioteca di Geografia.
Da tale prospettiva, queste immagini di Scuro ci riconducono alla ricorrente propensione del medium fotografico a catturare le tracce grafiche più anonime ed effimere del paesaggio urbane, ma anche al suo potere di espandere e ridefinire ii territorio dell’arte, in particolare allorché la configurazione propriamente performativa dell’opera viene messa a fuoco da uno sguardo altrettanto animate.
Se alcuni studiosi si sono già soffermati sugli intrecci esistenti, in quegli anni, tra le nuove forme dell’agire politico e ii primate del corpo, dell’happening, nel fare-arte, Scuro a sua volta ha colto le analogie non casuali tra le sue fotografie delle scritte murali del Movimento del Settantasette e quelle dedicate alle opere degli artisti Fluxus (in particolare di Ben Vautier), esposte l’anno seguente a Bologna nella mostra Metafisica del quotidiano, alla Galleria comunale d’arte moderna.
II fotografo, d’altra parte, non si è limitato a documentare l’attivismo creative e performativo dei suoi coetanei e degli artisti dell’epoca; ha anche preso parte personalmente alle azioni sceniche che ha fotografato.

Pubblicato in occasione di BOoks Bologna art books festival / Festival del libro d’arte, a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 26 – 28 settembre 2025
Vedi anche: s.t. edizioni

