Collettivo A/traverso,
a cura di Luciano Cappelli e Stefano Saviotti
Alice è il diavolo
Sulla strada di Majakovskij: testi per una pratica di comunicazione sovversiva
edizioni L’Erba Voglio, 1976
Nei primi mesi del ’76 tutti i giornali d’Italia cominciarono a parlare del “linguaggio sporco” usato da una radio libera bolognese, radio Alice il suo nome. Chi è Alice, cosa fa Alice? Domande ingenue, perché Alice è sempre da un’altra parte.
Radio Alice, una radio bolognese gestita da studenti universitari (quasi tutti del DAMS) trasmetteva, senza permessi ed autorizzazioni, quasi ininterrottamente qualsiasi tipo di programma, sociale, di protesta e culturale. Il loro motto era: dare voce a chi non ha voce.
I suoi fondatori si erano impossessati di un potente trasmettitore militare preso da un carrarmato statunitense dell’ultimo conflitto mondiale e con quello, dalla soffitta di un appartamento sito in via del Pratello di Bologna, trasmisero fino alla sera del 12 marzo 1977, quando la polizia fece irruzione, arrestò tutti i presenti e in seguito distrusse i macchinari.
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