Enrico Palandri
Boccalone
Bompiani Editore, 2017
Copertina della nuova edizione del romanzo (prima pubblicazione: 1979)
”L’azione del libro si situa a ridosso del marzo del 1977, dei mesi della rivolta creativa, dei carri armati inviati a presidiare la cittadella universitaria. Ma ”Boccalone” è soprattutto una storia d’amore, prima ancora che di crisi politica, la storia di come un innamoramento possa far scoppiare i propri equilibri, creare intensità nuove. E’ un libro che testimonia di una crescita, del suo autore, innanzitutto, del suo personaggio, del giro di amici. Gli scatti di questo processo di crescita sono descritti con estrema freschezza, scrupolosamente annotati senza alcuna compiacenza, senza narcisismo.” (Pier Vittorio Tondelli)
Boccalone. Storia vera piena di bugie
Quando uscì nel 1979 per la piccola casa editrice milanese L’Erbavoglio, Boccalone. Storia vera piena di bugie di Enrico Palandri divenne una sorta di piccolo best seller. A determinare quel successo non furono probabilmente solo la storia e lo stile del libro.
A trasformare quel romanzo, pubblicato da un minuscolo editore, in un caso letterario (e politico) fu anche il fatto che Boccalone poteva essere letto – a dispetto delle intenzioni dell’autore – come un ritratto dei ventenni della fine degli anni Settanta, e in particolare dei ventenni di Bologna, e cioè della Bologna del 1977, di Radio Alice e di un movimento che aveva manifestato, in modo clamoroso, la totale divaricazione fra la sensibilità di una rivolta giocosa, esistenziale, libertaria, e la disciplina, il rigore, l’austerità, la retorica del lavoro del Pci berlingueriano.
Damiano Palano