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Processione dei Santi Medici Cosma e Damiano a Taranto
27 settembre 1975
Nella città bimare il culto dei Santi Medici Cosma e Damiano risale ai primordi del medio evo, ma, per le incursioni e distruzioni che la celebre città marinara subì, se ne perdette ogni traccia.
Notizie sicure si hanno dalla fine del secolo XVI.
I detti Santi Medici e fratelli, oriundi di Arabia, in Siria, nel secolo III si dedicarono allo studio della medicina, professando apertamente la religione cristiana, che sin dai tempi apostolici, conservatasi in quelle regioni orientali da tutti i cristiani, era professata con viva fede e vissuta con profondo sentimento religioso. I nostri Santi però si resero a tutti di esempio per la loro fede, ma anche per i non pochi prodigi corporali e spirituali che operavano seguendo le cristiane virtù e facendo nuovi e molteplici proseliti. Saputo ciò il governatore Lisia, che dominava in Cilicia sotto l’Imperatore Diocleziano (245-313), ordinò loro che adorassero le divinità pagane o sarebbero stati trucidati.
Forti e costanti nella loro fede, preferirono di essere martirizzati a colpi di scure che rinnegare la religione. I loro corpi, portati in Siria, degnamente onorati dai fedeli, moltiplicarono i prodigi a favore di coloro che con viva fede e con sentita devozione li invocavano, per cui le loro reliquie erano venerate e ricercate per ogni dove. Si vuole che a Roma furono portate nei tempi del Pontefice Felice III (383-392).
Con le persecuzioni iconoclaste, molti cristiani e monaci fuggirono in occidente con le loro immagini e reliquie, e allora i Calogeri diffusero anche il culto dei Santi Medici in queste nostre regioni e in tutta l’Italia e in modo speciale nel Meridione e nel Salento, ove ebbero grandi monasteri e grancie da loro governate.
Nel Tarentino e propriamente nella diocesi di Oria, è degno di memoria il Santuario di S. Cosma della Macchia, che, isolato in aperta campagna, si è conservato fino ai nostri giorni con un tempio ingrandito e con un culto, che attira tuttora i devoti dell’intera regione.
Dopo, per i continui prodigi che i Santi Medici operavano, il culto si affermò da per ogni dove e oggi non vi è città, paese, casale e piccolo centro abitato che non abbia una chiesa o un altare dedicato ai Santi Medici. In Taranto, ridotta alla sola città vecchia, per i tanti miracoli che si verificarono, si volle istituire una Confraternita in un’antica chiesetta tuttora esistente, più volte ingrandita ma sempre piccola.
Il De Vincentis (Vol. III, p. 182) così la descrive: ” In mezzo alla città vecchia di Taranto, in fondo allo sdrucciolo volgarmente detto Pistorgolo, era la chiesetta di Patronato del Rev.mo Capitolo, la quale accolse, verso la fine del secolo XVI, la Confraternita dei Ss. Medici Cosma e Damiano. In essa dal 1582 era allocata la Confraternita sotto il titolo, di Santa Maria di Costantinopoli. L’immagine, caduta la città in mano dei musulmani, fu portata da Fr. Pietro Tommaso Carmelitano a Corone in Grecia, dove era Vescovo.
Venuta anche in questa città in potere dei Turchi, la famiglia del prelato, profuga in Italia, se ne venne nel Monferrato e dopo in Taranto e ottenne di mettere detta immagine sull’altare maggiore. “Così il De Vincentis Opere e luogo citati “.
Pochi anni dopo fu accolta anche nella stessa chiesa, ingrandita e abbellita alquanto, la Confraternita dei Santi Cosma e Damiano, che nel 1776 ottenne dal re Ferdinando IV il Regio assenso della fondazione e della Regola.
Essa si affermò per la divozione e comportamento dei confratelli e per i numerosi prodigi che i Santi Medici operavano. Tra gli atti di religione, gli iscritti alla Confraternita solevano fare tutti i giovedì la colletta per celebrare, la domenica seguente, una messa pro Remissione peccatorum degli agonizzati della città. Pensiero cristianamente commendevole per assicurare, in certo modo, la salvezza delle anime di coloro che erano prossimi a rendere l’anima a Dio.
Nella chiesetta, il culto dei detti Santi si affermò sempre più per i continui e numerosi prodigi che si operavano.
La confraternita, una delle più numerose tra le moltissime altre che ci sono in città, sotto la modesta direzione del sottoscritto Cappellano Rev.mo Monsignor Francesco Canonico Buzzacchino, si distingue per lo zelo e l’osservanza della Regola e nel celebrare il 27 Settembre una festa civile e religiosa imponente, che attira l’attenzione dei fedeli e devoti di Taranto, provincia e dell’intero Salento.
(Mons. Francesco Buzzacchino, opuscolo “I Santi Medici Cosma e Damiano, RICORDO del Santuario dei Santi Medici”, ristampa 1964)