Scatti in movimento
Dalla metropoli alla provincia: l’Italia e le Marche negli anni sessanta e settanta
a cura di Silvia Casilio e Marco Paolucci
eum edizioni università di macerata, 2009
A cavallo tra gli anni sessanta e settanta il volto socio-politico dell’intero pianeta cambiò modificandosi radicalmente. A contribuire a questa rivoluzione dell’agire politico, del quotidiano e dei costumi fu, tra le altre cose, lo sviluppo di movimenti collettivi ampi e radicali che in alcune realtà, come quella italiana, si accreditarono tra i più importanti protagonisti delle vicende che si susseguirono nell’arco di un ventennio. Scatti in movimento racconta, o tenta di raccontare, una storia che ha per protagonista proprio l’Italia del secondo dopoguerra e le sue contraddizioni.
Corpi, volti, giovani uomini e giovani donne in bianco e nero narrano la storia di un’Italia sempre in bilico tra un Nord con lo sguardo rivolto all’Europa e un Sud in fuga verso terre lontane. Un paese scisso tra un passato che sembrava non volesse passare e la rivendicazione di nuovi diritti, tra l’avanzare di istanze nuove e inedite e la repressione, la condanna, la difficoltà di comprendere fenomeni e movimenti che provavano a percorrere individualmente o collettivamente strade altre e diverse.
Le foto, i documenti e gli articoli della cronaca locale e regionale che si rincorrono in Scatti in movimento, seguono tracce lasciate da percorsi “altri”, a volte rocamboleschi e poco o per nulla lineari, spesso eretici e quasi mai “ortodossi”. Tracce che si modificarono e si plasmarono a seconda del terreno in cui si posarono su e giù per lo stivale dalla metropoli alla provincia.
Esse ci parlano maliziose e sornione della controcultura nata a Milano, del suo contaminare anche i piccoli centri e del suo migrare raminga nelle comuni agricole. Esse ci narrano di come una «piccola banda giovanile» di eccentrici capelloni preparò la nascita di un movimento studentesco destinato a trasformarsi rapidamente in un movimento di massa diffuso nelle grandi come nelle piccole città. Esse seguono le sorti dei gruppi della sinistra extraparlamentare, dal loro emergere al loro implodere tra mille contraddizioni, perdendosi infine tra i cortei e i draghi del movimento del ‘77.
Questi sono soltanto alcuni dei percorsi seguiti nelle pagine di Scatti in movimento, in cui ci si imbatte nel capellone della Comune di Ovada o in quello in trepidante attesa del Cantagiro attorno alle Mura di Macerata; nella squadra di calcio jesina del Manifesto o nei prodigiosi Rotunderos di San Benedetto del Tronto; nelle poesie di Nanni Balestrini o nei disegni di un giovanissimo Pablo Echaurren; nella redazione di Radio Alice a Bologna o nel treno di John Cage in giro per la penisola, entrambi immortalati negli scatti di Enrico Scuro.
In Scatti in movimento si incontrano però anche tante altre situazioni e personaggi sconosciuti ai più ma che furono tasselli fondamentali di questo puzzle dedicato ad una delle mille e possibili storie del nostro paese.
Scatti in movimento: Quando le immagini parlano al cuore e alla mente
Una difficoltà subito si presenta al normale e “vecchio” recensore novecentesco: com’è possibile raccontare con le parole e la scrittura un libro di più di trecento pagine fatto tutto di fotografie? Non è possibile, ovvero le parole mai comunicheranno e rappresenteranno la ricchezza e la bellezza del testo. Non resta che comprarlo, ne vale la pena, innanzi tutto per gli occhi e poi per le suggestioni che esso trasmette dovute alla potenza narrativa e storica che le foto, in questo caso, sanno imprimere alla ricostruzione storica. Se ben organizzate e “costruite” le immagini, parlano al cuore e alla mente, sanno trasmettere davvero il senso storico del tempo, sono documento e fonte in sé e per sé.
Qui le fotografie non sono usate, come troppo spesso accadeva e accade nei libri, come corollario (secondario) della narrazione, sono la narrazione stessa. Esse, per volontà dei curatori, raccontano la storia di una generazione che attraversa l’Italia dagli anni Sessanta, quella del beat e dei capelloni, fino al movimento del 1977.
Una generazione ritratta nei corpi vivi e giovani dei protagonisti, nei raduni collettivi musicali, di divertimento, politici, nei manifesti e nei “prodotti” in genere che creò per rappresentarsi e costituirsi quale soggetto unitario dell’agire collettivo. Unitario nel senso completo del termine, dal Sud al Centro al Nord dell’Italia, una generazione “italiana”, indistinguibile, nei suoi comportamenti, passioni, modi di vestire e di esistere, di sperare, di lottare e di sfilare nelle strade, da varianti regionali o da presunte egemonie della città rispetto alla provincia.
Diego Giachetti in eum edizioni università di macerata
Scatti in movimento
vedi anche
Silvia Casilio
Il cielo è caduto sulla terra!
Politica e violenza politica nell’estrema sinistra in Italia (1974-1978)
Edizioni Associate, 2005
77 / Spazi occupati Spazi liberati.
Il Futuro alle spalle. Tracce di un movimento
MACERATA – Galleria degli Antichi Forni
19 febbraio – 2 marzo 2005
Spazi occupati / Spazi liberati
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MACERATA, Galleria Antichi Forni, 29 novembre – 3 dicembre 2017