RAM 2017. Biennale dei giovani artisti della Romagna
Ravenna, MAR Museo d’Arte della città di Ravenna
2 – 17 settembre 2017
Progetto a cura di Elettra Stamboulis
Facciamo un ’77 parte da un anniversario, ma indaga anche il territorio temporale limitrofo. L’anteprima di ciò che sarebbe accaduto a Bologna sembra infatti essere già palpitante nel Festival dei Giovani organizzato dalla FGCI nel 1976 a Ravenna. Durante la mostra ci sarà un’istallazione sonora dedicata proprio alla ricostruzione di Radio sonora realizzata da Stavros Zagorakis. Inoltre saranno esposti gli scatti di Enrico Scuro che ha realizzato una serie di straordinarie fotografie di quell’evento e sarà proiettato il documentario di Giuseppe Bertolucci “Se non è ancora felicità….” girato dal regista proprio durante il festival. Gli artisti vincitori di RAM hanno poi declinato le loro visioni di quel fatidico anno, con gli occhiali di chi non c’era e uno sguardo attento al cambiamento epocale che segnò nel mondo dell’arte. Dalla settimana della perfomance alla GAM di Bologna al cambiamento del ruolo dell’artista tutto sembrò essere stato modificato in quel solo anno.
Per quanto gli anniversari possano infastidire, costituiscono un’occasione di reinterpretare la storia, anzi, le storie: a 40 anni di distanza dal movimento del ’77 la visibilità viene principalmente da iniziative di intellettuali che quegli anni li hanno vissuti o studiati, sempre più numerose a partire dagli ultimi due decenni: nel 2004 è uscito il film di Guido Chiesa Lavorare con lentezza incentrato su Radio Alice, l’emittente del movimento studentesco di Bologna; tre anni dopo il giornalista Enrico Franceschini pubblica il libro Avevo vent’anni che raccoglie le voci e i ricordi dei protagonisti del collettivo di Giurisprudenza di Bologna. Sempre qui nel 2011, il fotografo Enrico Scuro dà alle stampe I ragazzi del ’77, un testo che ripercorre gli avvenimenti bolognesi attraverso immagini proprie e quelle inviate da un migliaio di persone grazie a FaceBook e, dopo alcune mostre a Bologna che sdoganano le immagini di quegli anni, una sua personale sul tema è stata ospitata quest’anno al Teatro Comunale di Bologna. Un’altra mostra fotografica a Milano nel 2016 presenta le fotografie di Dino Fracchia, reporter delle giornate dei due ultimi Festival organizzati dalla rivista antagonista Re nudo, fra cui il raduno a Parco Lambro nel ’76. Nel frattempo, le mostre dedicate ad Andrea Pazienza e le riedizioni dei suoi fumetti permettono un passaggio generazionale di nicchia sui sogni, ossessioni, violenze di quella generazione mentre con altro scopo un saggio storico di Luca Falciola uscito nel 2015 (Il movimento del 1977 in Italia) ricostruisce faticosamente il contesto storico sociale – la grave crisi occupazionale giovanile, l’avanzare della rappresentanza parlamentare del Partito Comunista, gli accordi per il “compromesso storico” con la Democrazia Cristiana – e le varie anime del movimento giovanile, del rapporto drammatico con lo Stato, i partiti e in particolare col PCI, fino ai collegamenti e alle rotture col decennio seguente. La crisi di rappresentanza vissuta da una generazione, di cui ancora oggi sono visibili le conseguenze, fu consumata in questa seconda ondata di contestazione di massa, unica al mondo fra i paesi che avevano contribuito al ’68………