Catalogo bilingue (italiano e inglese) della mostra L’immagine del suono #jazzaperugia
a cura di Angela Madesani
Fabrizio Fabbri Editore, 2017
L’immagine del suono #jazzaperugia su IBS
Catalogo bilingue (italiano e inglese) della mostra L’immagine del suono #jazzaperugia
a cura di Angela Madesani
Fabrizio Fabbri Editore, 2017
L’immagine del suono #jazzaperugia su IBS
Enrico Palandri
Boccalone
Bompiani Editore, 2017
Copertina della nuova edizione del romanzo (prima pubblicazione: 1979)
”L’azione del libro si situa a ridosso del marzo del 1977, dei mesi della rivolta creativa, dei carri armati inviati a presidiare la cittadella universitaria. Ma ”Boccalone” è soprattutto una storia d’amore, prima ancora che di crisi politica, la storia di come un innamoramento possa far scoppiare i propri equilibri, creare intensità nuove. E’ un libro che testimonia di una crescita, del suo autore, innanzitutto, del suo personaggio, del giro di amici. Gli scatti di questo processo di crescita sono descritti con estrema freschezza, scrupolosamente annotati senza alcuna compiacenza, senza narcisismo.” (Pier Vittorio Tondelli)
Quando uscì nel 1979 per la piccola casa editrice milanese L’Erbavoglio, Boccalone. Storia vera piena di bugie di Enrico Palandri divenne una sorta di piccolo best seller. A determinare quel successo non furono probabilmente solo la storia e lo stile del libro.
A trasformare quel romanzo, pubblicato da un minuscolo editore, in un caso letterario (e politico) fu anche il fatto che Boccalone poteva essere letto – a dispetto delle intenzioni dell’autore – come un ritratto dei ventenni della fine degli anni Settanta, e in particolare dei ventenni di Bologna, e cioè della Bologna del 1977, di Radio Alice e di un movimento che aveva manifestato, in modo clamoroso, la totale divaricazione fra la sensibilità di una rivolta giocosa, esistenziale, libertaria, e la disciplina, il rigore, l’austerità, la retorica del lavoro del Pci berlingueriano.
Damiano Palano
Protest, Popular Culture and Tradition in Modern and Contemporary Western Europe
Editors: Favretto, Ilaria, Itcaina, Xabier (Eds.)
Palgrave Studies in the History of Social Movements, London, 2017
Sfida la distinzione convenzionale tra forme di azione collettiva preindustriali e post-1789
Affronta in modo esaustivo la storia della protesta europea dal XIX al XXI secolo Esamina gli usi, i significati, le immagini, le funzioni e le rinascite dei movimenti di protesta nel discorso politico europeo contemporaneo
Finti funerali, sfilate di effigi, imbrattamenti di uova e pomodori, sbattimento di pentole e teatro di strada del Carnevale, incendi dolosi e saccheggi: tutte queste forme di azione apparentemente arcaiche sono state caratteristiche regolari della moderna protesta europea, dal XIX al XXI secolo. In un ampio quadro cronologico e geografico, questo libro analizza gli usi, i significati, le funzioni e le riattivazioni dell’immaginario, del comportamento e del linguaggio popolare nell’azione collettiva moderna.
Gli autori esaminano il ruolo di attori della protesta diversi come contadini, movimenti liberali, partiti nazionalisti e separatisti, anarchici, lavoratori, studenti, attivisti di destra e movimento per la giustizia globale. I cosiddetti repertori tradizionali sono stati a lungo descritti come residui e obsoleti. Questo libro sfida la distinzione convenzionale tra forme di azione collettiva preindustriali e post-1789, che continua a operare come una potente dicotomia nella comprensione della protesta, e getta nuova luce su rituali e performance simboliche che, sebbene scarsamente comprese e decifrate, sono parte integrante del nostro repertorio di protesta. (Google Traduttore)
Challenges the conventional distinction between pre-industrial and post-1789 collective forms of action
Deals comprehensively with the history of European protest from the 19th to 21st centuryExamines the uses, meanings, imagery, functions, and revivals of protest movements in contemporary European political discourse
Mock funerals, effigy parading, smearing with eggs and tomatoes, pot-banging and Carnival street theatre, arson and ransacking: all these seemingly archaic forms of action have been regular features of modern European protest, from the 19th to the 21st century. In a wide chronological and geographical framework, this book analyses the uses, meanings, functions and reactivations of folk imagery, behaviour and language in modern collective action.
The authors examine the role of protest actors as diverse as peasants, liberal movements, nationalist and separatist parties, anarchists, workers, students, right-wing activists and the global justice movement. So-called traditional repertoires have long been described as residual and obsolete. This book challenges the conventional distinction between pre-industrial and post-1789 forms of collective action, which continues to operate as a powerful dichotomy in the understanding of protest, and casts new light on rituals and symbolic performances that, albeit poorly understood and deciphered, are integral to our protest repertoire.
Avanguardia Panca rock
Gli Skiantos e l’arte d’avanguardia
di Chiara Righi
ARTYPE 2017
Per rivalutare la portata culturale degli Skiantos, noto gruppo rock demenziale bolognese attivo dalla fine degli anni Settanta, in questo studio si analizzano le relazioni della loro produzione canora con le Avanguardie storiche del primo Novecento – i campi artistici e letterari dei Manifesti futuristi e la struttura della Poesia dadaista – partendo dalla figura di Roberto “Freak” Antoni, artista geniale e rivoluzionario, capace di tradurre concetti complessi in parole semplici.
L’indagine si estende in due direzioni: da una parte troviamo l’analisi poetica, dall’altra una di stampo più comportamentale legata alla psicologia sociale, che porta gli Skiantos a lavorare sulla quotidianità italiana ripercorrendo le strade intraprese dall’utopia rivoluzionaria delle Avanguardie storiche, per chiedersi cosa sia rimasto dell’idea di fondere arte e vita, quindi di cosa sia filtrato delle loro teorie nello strato culturale di massa. Esiste davvero una relazione tra gli slogan urlati in una manifestazione studentesca e una poesia nonsense declamata al Cabaret Voltaire? E, se c’è, qual è il rapporto tra gli spari futuristi e la descrizione demenziale di un piatto di maccheroni?
Avanguardia “Panca rock” disponibile all’url: <http://amsacta.unibo.it/5498/>
Skiantos
Una storia come questa non c’era stata mai prima, …e non ci sarà mai più
di Gianluca Morozzi e Lorenzo Arabia
a cura di Oderso Rubini e Andrea Setti
Goodfellas Edizioni, 2017
Bologna settantasette
L’incontro impossibile. Il movimento, l’Università, la città
di Gian Paolo Brizzi, Paola Dessì, Daniela Negrini
Editore: CLUEB. Collana: Univ. Bologna. Pubbl. Archivio storico, 2017
Catalogo della mostra settantasette organizzata dall’università nel Cortile d’Ercole di Palazzo Poggi nel 2007, trentennale del 77
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copertina del romanzo:
Δημήτρης Μαμαλούκας
Ο κρυφός πυρήνας των Ερυθρών Ταξιαρχιών
Κέδρος, 2016
Dimitris Mamaloukas
Il nucleo segreto delle Brigate Rosse
Kedros Publishers, 2016
Όταν ο νεαρός φοιτητής Αλεσάντρο Φοντάνα εξαφανίζεται ξαφνικά από την Μπολόνια, η μητέρα του ζητάει τη βοήθεια του Γκαμπριέλε Αμπιάτι, παλιού της γνωστού και ερασιτέχνη ντετέκτιβ. Ο Γκαμπριέλε με τη βοήθεια του φίλου του, Νικόλα Μιλάνο, αναζητούν την τύχη του νεαρού σε μια σκοτεινή κι εχθρική Ιταλία, μέχρι που ένας γνωστός συγγραφέας αστυνομικής λογοτεχνίας εκδίδει το τελευταίο του μυθιστόρημα. Το βιβλίο θα κινητοποιήσει έναν ολόκληρο μηχανισμό αντιδράσεων αφού φαίνεται να ξεθάβει θανάσιμα μυστικά, καλά κρυμμένα μέχρι τότε, μιας τρομοκρατικής ομάδας που έδρασε στο Μιλάνο τα ταραγμένα χρόνια της δεκαετίας του ’70, και να σχετίζεται άμεσα με την εξαφάνιση του Αλεσάντρο.
Ο κρυφός πυρήνας των Ερυθρών Ταξιαρχιών είναι μια καταβύθιση στα μολυβένια χρόνια, με τις πολιτικές ανακατατάξεις, τα κλασικά αυτοκίνητα, τα μικρά μουσικά γκρουπ προγκρέσιβ, την αμφισβήτηση, αλλά κυρίως με τη σκιά των τρομοκρατικών ομάδων…
Η εκδίκηση και το αίμα θα έχουν τον πρώτο λόγο σ’ αυτή τη νέα υπόθεση του Νικόλα Μιλάνο και του Γκαμπριέλε, ηρώων της Χαμένης Βιβλιοθήκης του Δημητρίου Μόστρα.
«Όταν πήγαμε στο Μιλάνο, ήταν μια τρέλα. Μέναμε όπου βρίσκαμε, σε πάρκα, σε σταθμούς, σε εγκαταλελειμμένα κτίρια, σε κοινόβια, μας φιλοξενούσαν άγνωστοι τύποι που γνωρίζαμε σε πλατείες, σε διαδηλώσεις. Ήταν η εποχή με τις απεργίες, τα συνδικάτα, το ξύλο, τις δολοφονίες, τις βόμβες… Όπως είπε κάποιος, “το πρωί ανάβαμε το ραδιόφωνο, για να μάθουμε ποιον είχαν πυροβολήσει το προηγούμενο βράδυ οι τρομοκρατικές ομάδες”. Τα ταραγμένα χρόνια, Νικόλα. Τα μολυβένια χρόνια».
Quando il giovane studente Alessandro Fontana è scomparso all’ improvviso da Bologna, sua madre chiede l’ aiuto di un vecchio conoscente, Gabriele Abbiati, dilettante detective privato.
Gabriele con l’ aiuto dell’ amico Nicola Milano, cerca la sorte del giovane scomparso in una Italia oscura ed ostile, finche un noto scrittore di gialli publica il suo ultimo romanzo. Il libro scatena una serie di reazioni, dal momento che vengono alla luce segreti mortali, finora ben nascosti, di un nucleo segreto delle Brigate Rosse, attivo a Milano nel decennio del ’70 e coinvolto nella scomparsa del giovane Alessandro.
Il nucleo segreto delle brigate Rosse è un tuffo negli anni di piombo, con le organizzazioni politiche, le macchine classiche, le piccole bande di progressive e beat italiano, le contestazioni, ma soprattutto nell’ ombra del terrorismo.
[…Quando arriviamo a Milano era un pazzia. Giravamo per le strade, nelle stazioni, nei palazzi abbandonati, nelle comune. Ci ospitavano sconosciuti che avevamo incontrato nelle manifestazioni. ΄E stato il periodo dei scioperi, dei sindacati, con i conflitti, i assassini, le bombe. Come aveva detto uno “la mattina la prima cosa da fare era di accendere la radio per sapere a chi avevano sparato la sera scorsa le Brigate Rosse”… Gli anni agitati, Nicola, gli anni di piombo…]
THE STREET PHOTOGRAPHER NOTEBOOK #16
Cover Story
I lived twenty years in those seventies full of contradictions, with the ancient mind and utopias of a world that never bloom. I traveled by hitchhiking with little money in my pocket with a used Japanese SLR.
I photographed in the street because it is on the street that there is life flowing. And it is a life with strong contrasts.
Strong emotions. Different from the greyness of sixties, even in black and white images. Great influence in my approach as a photographer had by cultural anthropology.
I always say like a nineteenth-century traveler who, equipped with a camera, was there to document the uses and customs of those strange tribes who are my neighbors.
Luca Rota
Alice, la voce di chi non ha voce
Storia della radio più libera e innovatrice di sempre.
Senso Inverso Edizioni, 2016
Radio Alice fu l’emittente del Movimento del ’77 bolognese, tra i più attivi ed emblematici di quegli anni, ma soprattutto fu la voce di chi non aveva voce (come recitava il motto dell’emittente), ovvero di chiunque non vedesse riconosciuto il diritto di opinione e di parola da parte del sistema istituzionale – politico, sociale e non solo.
Partorita da un gruppo di creativi geniali – magari senza nemmeno saperlo di essere tali, ma di sicuro capaci di intuire genialmente ciò che mai prima nessuno aveva nemmeno immaginato – Radio Alice sconvolse e trasformò il linguaggio della comunicazione mediatica, con modalità del tutto nuove e sorprendentemente anticipatrici dell’attuale web 2.0 e dell’universo dei social network.
Per tale motivo, ancora dopo 40 anni, la voce e l’esperienza di Radio Alice, con la sua storia così emblematica e tribolata, sanno ancora raccontare, rivelare, insegnare, illuminare moltissimo, sia in senso teorico che pratico ovvero sia in senso spirituale che culturale e formativo, a dimostrazione di una rivoluzione che, sotto certi aspetti, è ancora in corso e può essere tutt’oggi rilevata, studiata, conosciuta e apprezzata.
Alice, la voce di chi non ha voce su lucarota.it
vedi anche
Radio Alice su Wikipedia
Copertina dello studio storico:
Il movimento del 1977 in Italia
di Luca Falciola
Carocci editore, 2015
In tutto il mondo l’esperienza del Sessantotto si è esaurita entro la prima metà degli anni Settanta, di fronte al tramonto delle ideologie e al riflusso nel privato.
Invece in Italia, nel 1977, una generazione di militanti di sinistra ha creduto ancora nella possibilità di una rivoluzione e ha messo in atto un estremo tentativo di sovvertire la società. Ne è scaturito un movimento in bilico tra l’esaltazione e il superamento della politica, aperto a spericolate contaminazioni culturali e capace di audaci sperimentazioni creative, ma anche indissolubilmente legato a dottrine e pratiche violente, tanto da inaugurare la fase più buia degli “anni di piombo”.
Il movimento del 1977 attende ancora un’analisi sistematica, oltre a lasciare aperti interrogativi che sono ineludibili per capire e finalmente storicizzare gli anni Settanta. Il volume ricostruisce – per la prima volta con rigore scientifico e sulla base di un’imponente ricerca archivistica e documentaria – il contesto di crisi nel quale maturò questo ciclo di protesta, i riferimenti intellettuali che ispirarono la mobilitazione, la visione del mondo e le rivendicazioni dei contestatori, gli schemi interpretativi che favorirono l’escalation violenta, la reazione delle istituzioni e la dialettica tra movimento e organizzazioni armate clandestine.
È assegnista di ricerca in Storia delle istituzioni politiche presso l’Università Cattolica di Milano. Ha ottenuto un dottorato in Storia (Università Cattolica-Sciences Po Paris), è stato Post-doctoral Fellow alla Yale University (Program on Order, Conflict, and Violence) ed è stato Visiting Fellow alla Beinecke Rare Book & Manuscript Library, Yale University. Le sue ricerche indagano fenomeni di contestazione, violenza politica e terrorismo.
Copertina del romanzo:
I campi di maggio
di Igor Patruno
Edizioni Ponte Sisto, 2015
Maggio 1975: Silvana, 21 anni, viene ritrovata morta, in un campo nell’estrema periferia di Roma. Giugno 1975: Andrea, 20 anni, viene rinvenuto decapitato lungo i binari di una ferrovia in Francia. Novembre 1975: Pier Paolo Pasolini viene massacrato all’Idroscalo di Ostia.
Cos’hanno in comune queste morti? Antonio Delle Piane, studente romano, conosce Silvana, conosce Andrea, e frequenta un ragazzo che sa cos’è successo a Pasolini. La sua giovinezza, gli amori, gli incontri, attraversano le nebbie grigie degli anni di piombo, insieme alla voglia di vivere e alle grandi speranze della sua generazione. Sui fondali l’esecuzione del Poeta, il festival di Parco Lambro, la cacciata di Lama dall’Università, l’uccisione di Giorgiana Masi, la Parigi indifferente delle banlieue dove hanno trovato rifugio i terroristi italiani in fuga, la Berlino gelida che fa da sfondo alla parabola tragica della Baader Meinhof.
Quarant’anni dopo, con l’esperienza del suo mestiere di giornalista, Antonio decide di rompere il silenzio. Sulle tracce dei fantasmi dei due ragazzi, si addentra in un viaggio disincantato nelle zone torbide di quel periodo ormai lontano.